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Sono nato a Roma nel 1971.

Dopo il liceo mi sono iscritto a Giurisprudenza, laureandomi nel 1994; un paio d’anni dopo ho vinto una borsa di studio e ho cominciato a lavorare.

Nel 1998 ho provato a correre una maratona, e ho fallito.

Nel 2000 ho corso la mia prima mezza maratona, poi mi sono sposato. Nel 2001 mi sono laureato in filosofia. Nel 2013 mi sono laureato in Studi ebraici presso il collegio rabbinico italiano; la tesi è stata premiata con il premio “Maurizio Pontecorvo”.

Nel 2005 ho fatto ritorno nella comunità ebraica di Roma. Nello stesso anno, ho cominciato a scrivere. 

Nel 2006 è uscito il mio primo romanzo, “La parola ritrovata”, per Giuntina. Nel 2015 ho pubblicato “Solo per un giorno”, e nel 2017 “Il museo delle penultime cose” (Premio Lugnano 2017), questi ultimi con 66thand2nd.

A margine, ho scritto due saggi di critica letteraria, uno di storia contemporanea, un’altra manciata usciti su riviste giuridiche. Il saggio autobiografico “Questi sono i nomi. Storia di un ritorno” esce nel 2017 in “Ebreo chi? Sociologia degli ebrei italiani oggi” (Jaca Book).

Nel 2018, per Viella, ho pubblicato "Il figlio del rabbino", la monografia su Lodovico Mortara; nel 2022, per Bollati Boringhieri, esce "In questi tempi di fervore e di gloria", la monografia su Gaetano Azzariti, presidente del Tribunale della razza e poi della Corte costituzionale, dove lavoro dal 2011 e dove attualmente dirigo l'Ufficio del massimario.

Dal 2020 curo, non da solo, la rivista on line Riflessi.

Dal 2019 al 2023 ho fatto parte del consiglio della Comunità ebraica di Roma; dal 2021 faccio parte del consiglio dell'Unione delle comunità ebraiche italiane; dal 2022 faccio parte della delegazione italiana presso l'IHRA (International Holocaust Remebrance Alliance).

Nel 2013 ho corso la mia prima maratona. Nel 2014, la mia ultima. Tutte e due le volte sono rimasto sotto le 4 ore. 

Sono sposato con Stefania e ho due figli, Giosuè e Jacopo.

Continuo a scrivere e, seppure il tempo passi, a correre.

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